Traumi ossei in palestra

Una panoramica sui possibili infortuni alla struttura osteo-legamentosa che possono accadere allenandosi

Nel precedente articolo avevamo parlato dei traumi muscolari che possono occorrere in palestra (ricordate? lo trovate qui), mentre oggi parleremo dei traumi ossei e di tutto ciò che può accadere alle strutture legamentose.

Come li possiamo riconoscere?

Facciamo un piccolo excursus anzitutto sulla struttura dell’apparato locomotore, ovvero l’insieme di ossa, muscoli, legamenti, tendini, ecc.. che permettono di muoverci. Si distinguono tre apparati distinti:

  • apparato scheletrico: funziona da sostegno e inserzione per i muscoli, e protegge gli organi interni. E’ un sistema PASSIVO del movimento, nel senso che non si muove autonomamente ma viene mosso dall’azione muscolare
  • apparato articolare: formato dall’unione di tessuti diversi (cartilagineo, fibroso e connettivo) che danno forma a particolari strutture: le articolazioni
  • apparato muscolare: già affrontato

Il trattamento dei traumi ossei è più complesso rispetto a quelli muscolari, per cui questa, sarà solo una carrellata informativa di ciò che può accadere. Anche chi – come il sottoscritto – affronta il recupero dell’infortunio in palestra, conduce sempre un lavoro in sinergia con uno specialista quale fisioterapista o ortopedico.

N.B.: come la precedente volta, è solo un articolo informativo. Non tirate fuori diagnosi, quelle le può fare SOLO il medico!!!

I traumi ossei e legamentosi possono dividersi in quattro grandi categorie:

  • Usura
  • Traumi da impatto
  • Fratture e lussazioni
  • Distorsioni (lesioni ai legamenti)

TRAUMI DA USURA

Generalmente, i traumi da usura sono dovuti a tecniche improprie, come correre su una superficie dissestata battendo ripetutamente la superficie in rialzo sempre con lo stesso piede.
Questo crea forze differenti sull’anca e sul ginocchio dello stesso piede rispetto al controlaterale.
Tale differenza di forze aumenta il rischio di lesione al lato che impatta la superficie più alta e cambia le forze che agiscono sull’altra gamba, che rischia anch’essa di rimanere lesionata!

In questo caso, un’analisi chinesiologica posturale può aiutare a capire come poter riequilibrare le catene motorie e dunque migliorare e “uniformare” il gesto tecnico, oltre che bilanciare equamente le forze che si vengono a creare sugli arti.

Trauma da usura nella corsa. Copyright @Kinesportcenter.it

Un altro possibile danno da usura è il poco recupero tra un allenamento e un altro….sorvolo, ma quando il trainer vi dà un giorno di recupero dall’allenamento, non è perché non aveva voglia di farvi il programma o perché vuole vedervi diventare tutti “ciccia e brufoli”. Nel momento in cui vi affidate a un preparatore, vi dovete anche fidare (gioco di parole voluto 🙂


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TRAUMI OSSEI DA IMPATTO

I traumi sportivi da impatto possono dare origine a ematomi, commozioni cerebrali e fratture. Solitamente questo tipo di lesione interessa gli urti a impatto elevato cadute e colpi diretti.

Una contusione è prodotta da urto, senza soluzione di continuo nella pelle e con travaso di sangue. Tranquillizziamo tutti: è il classico “livido”, o la classica “botta”.

La commozione è anche un trauma da urto, e di solito è causata o da una corrente elettrica o da un urto violento. Andremo quindi a distinguere una “commozione elettrica” e una “commozione cerebrale”. Quest’ultima va da una perdita di conoscenza reversibile al coma (non produce però danni permanenti).

FRATTURE E LUSSAZIONI

La lussazione è la fuoriuscita dei capi articolari dalla loro sede naturale senza ritorno (perdita di contatto dei due capi articolari). Quando la perdita di contatto è totale, parliamo di lussazione completa, altrimenti di lussazione incompleta o sublussazione.

E’ quella che viene definita anche slogatura; può portare, nei casi più gravi, a lesioni della cartilagine articolare, dei vasi, delle ossa, della cute (lussazione esposta) e dei nervi.

Queste conseguenze possono aggravare la situazione, perché – ad esempio – una lesione cutanea può causare infezione mentre una lesione nervosa causa perdita di sensibilità e forza muscolare.

Lussazione di spalla. Copyright@physiostudio.net

Gli arti più colpiti da lussazione sono la spalla, il gomito, l’anca, la rotula e le dita, mentre ginocchio e caviglia sono più soggette a sublussazione (nella statistica, non prendetemi come un uccellaccio del malaugurio per favore).

La diagnosi è pressoché immediata perché è visibile anche a occhio nudo, però una risonanza o una radiografia è consigliata per vedere se ci sono state fratture ossee come complicanza.

Agite nelle 24-48 ore dal trauma (medico, se ne occupa il medico!!!) sennò i processi cicatriziali potrebbero portare a immobilità e rigidità dell’articolazione interessata che si risolverebbero solo con l’intervento di riposizionamento chirurgico.

Una volta riposizionati i capi articolari, si passa al rinforzo muscolare (oh, adesso sì che entro in gioco io, alla buon’ora!!)

Quando si rompe, si rompe.

La frattura è l‘interruzione dell’integrità strutturale di un osso.
E’ quello, tra i traumi ossei, più temuto, soprattutto per le complicanze che può portare.

Le possiamo classificare in diversi modi:

  • traumatiche (il trauma è diretto sull’osso)
  • patologiche o spontanee: causate da traumi deboli che vincono la resistenza di un osso alterato e non di uno normale
  • possiamo avere fratture dirette, che avvengono dove avviene il trauma, oppure indirette, che avvengono più o meno lontano dal punto colpito
  • se esistono due o più frammenti distinti sono fratture composte
  • altrimenti sono incomplete e possono essere esposte o coperte a seconda se c’è o no interruzione delle parti molli sovrastanti
  • le fratture comminute, infine, sono quelli in cui l’osso si riduce in molteplici frammenti o schegge.

Bisogna agire tempestivamente rimuovendo i frammenti e prima che si produca un rigonfiamento troppo esteso delle parti molli. Dopo tutto il processo chirurgico-ortopedico, bisogna attendere la formazione del callo osseo (solitamente la frattura si ricompone in 24h, ma per il callo osseo ci vuole molto più tempo), ovvero della cicatrice ossea.

Tipologia di frattura. Copyright @eurfisioterapia.it/

DISTORSIONI

Come ultimo paragrafo di questi traumi ossei, troviamo la distorsione, ovvero la fuoriuscita dei capi articolari dalla loro sede naturale con immediato ritorno. Una sorta di lussazione che ci grazia.

La distorsione comporta lesione dei legamenti, della capsula e della sinovia (il liquido mucoso contenuto nelle articolazioni). Si può quasi subito capire cosa è perché comporta, inoltre, dolore vivace, calore locale, lividi e un notevole versamento (idrartro, in termine tecnico). Solitamente le distorsioni si verificano nelle articolazioni che prevedono movimenti limitati (caviglia, ginocchio, polso, dita) mentre è molto difficile che possano verificarsi alla spalla o all’anca.

Se non ci sono lesioni legamentose, la distorsione è abbastanza semplice da trattare: lieve bendaggio, dei massaggi e la paura passa. Se invece c’è lesione dei legamenti è necessaria l’immobilizzazione.

Distorsione alla caviglia. ©Wikipedia

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Conclusioni

Come avrete notato, quando si parla di traumi ossei, la figura del trainer/preparatore atletico/chinesiologo segue necessariamente quella del personale medico predisposto alla cura di essi. Anche quando si inizierà un lavoro di recupero muscolare, è bene sempre lavorare in sinergia con queste figure mediche dando modo ai professionisti di contattarsi tra loro per stilare quello che è il programma di lavoro (e di recupero, quindi) ideale per il soggetto.

Diciamo che, per certi casi, un riscaldamento adeguato può aiutare, però abbiamo visto come la gran parte dei traumi ossei sia da impatto o caduta, per cui è difficile prevederle (sì, potete fare gli scongiuri, tanto non vi vedo!! 🙂




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Davide Chiuchiarelli

Personal Trainer per vocazione, appassionato di sport da combattimento e bodybuilding, trovo la mia vocazione nella pre infortunistica e nella riabilitazione. Docente e formatore di EMS Training (qualifica europea EQF8), spazio dalla preparazione atletica alla consulenza formativa per studi di personal training.

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