Ginnastica passiva per anziani
La ginnastica passiva per anziani, si rende necessaria in tutte quelle situazioni in cui la persona non è in grado di
muoversi in modo autonomo.
La ridotta o totale assenza di mobilità può creare gravi danni al corpo, dunque è necessario praticare da subito l’esercizio fisico, con il supporto di uno specialista.
L’obiettivo primario della ginnastica passiva per anziani è quella di limitare il decorso degenerativo dei tessuti e arrivare ad una riabilitazione completa, ove possibile.
Cos’è la ginnastica passiva
Si tratta di tutte quelle pratiche che, attraverso la mobilitazione di una parte del corpo, aiutano a mantenere il tono muscolare, con esercizi indotti da un macchinario terapeutico o da un professionista.
Dunque, i muscoli coinvolti non hanno un ruolo attivo, ma vengono stimolati e riattivati tramite specifici
esercizi di ginnastica assistita.
La mobilitazione fisica passiva risulta indispensabile per gli anziani allettati, ma anche per chi è reduce
da un trauma e necessita della riabilitazione motoria delle parti compromesse.
Com’è noto i muscoli e le articolazioni, soprattutto in età avanzata, tendono a perdere tono ed elasticità.
Se poi ci si trova in una situazione di parziale o totale immobilità, si rischia di perdere anche la residua
integrità dei muscoli.
Grazie alla ginnastica passiva possiamo agevolare in modo determinate la
riabilitazione, con l’obiettivo primario di ridare autonomia nei movimenti alla persona e renderla
collaborativa durante gli esercizi.
L’importanza dell’esercizio fisico
Un esercizio motorio mirato, oltre al recupero del movimento, contribuisce al complessivo benessere
fisico del paziente e a ridurre i disturbi correlati.
La ginnastica passiva infatti, consente alla persona anziana di trarre diversi benefici fisici, ma anche psicologici.
- Riduce il dolore.
- Mantiene l’elasticità dei tessuti.
- Migliora la risposta delle articolazioni e ne preserva le funzionalità.
Nel complesso, l’esercizio fisico passivo aiuta a raggiungere un’autonomia nei movimenti, necessari
per poter passare (o meglio, tornare) alla ginnastica attiva.
Quando e come praticare la ginnastica passiva per gli anziani
Fondamentalmente, si possono presentare due situazioni tipo: l’immobilità di una parte del corpo a
causa di un trauma o di un intervento chirurgico; e l’impossibilità totale a muoversi, e quindi quando la
persona è allettata.
In entrambi i casi, risulta deleterio non intervenire immediatamente con un percorso fisioterapico
mirato, in quanto i muscoli tendono rapidamente ad atrofizzarsi con l’inattività.
Inoltre, la mobilità delle articolazioni subisce un irrigidimento, per cui i naturali movimenti si riducono progressivamente.
Le conseguenze possono presentarsi sotto forma di contrazioni e deformazioni delle articolazioni, con maggiori difficoltà di recupero.
Pertanto, è importante iniziare quanto prima un ciclo di esercizi, studiati appositamente per mantenere l’efficienza fisica, per quanto possibile.
La riabilitazione, indirizzata a gambe o braccia
Nel caso di una riabilitazione che interessa una parte del corpo, gli esercizi passivi possono essere finalizzati al recupero della zona specifica da trattare. Mentre, per le persone allettate, è necessario praticare attività che permettano la movimentazione di ogni parte del corpo.
Il movimento indotto con esercizi da fare a letto infatti, aiuta a superare la degenza e a mantenere il fisico sano.
La ginnastica passiva prevede una serie di attività che possono essere praticate dal fisioterapista o con
l’ausilio di macchinari specifici.
I movimenti assistiti comprendono la flessione, l’estensione, l’adduzione e l’abduzione della parte interessata.
Il nostro consiglio è di rivolgervi sempre a professionisti del mestiere, meglio se certificati e di
comprovata esperienza.